vedo questa immagine e vado con la memoria ad una lezione del 2005 in un corso di “canto degli armonici”…
ci venne fatto notare come il verbo suonare in inglese sia “to play” ed in tedesco “spielen” che vogliono anche significare…giocare
noi del ceppo latino ci siamo invece quasi preclusi la gioia del suono, tingendo la cosa di fatica e serietà (a partire da come alle scuole elementari alcuni insegnanti pretendono di “insegnare” musica…)
vedo questa immagine e penso alla gioia di fare musica, di essere musica, senza pretese di spartiti o altro
ad esempio fischiettando tra sè e sè, non importa quanto intonati
Pensavo giusto l’altro giorno, che se c’è una situazione nella quale la specie umana mi appare invariabilmente simpatica, dignitosa e quasi eroica nella sua mortalità, quello è l’atto del suonare (comunemente inteso – perché a dire il vero esistono anche esistono esibizioni forzate al punto da compromettere questa grazia intrinseca).
sono d’accordo, spesso la disciplina con cui la si affronta, oscura quella componente gioiosa che è fondamentale per stimolare la crwatività
zu spielen.
to play.
mi hai ricordato un mio amico svizzero che si sforzava di parlare italiano e mi diceva che giocava la chitarra! 🙂
è proprio carino lo spartito…
però l’intonazione conta…le orecchie ascoltano 🙂
la musica si rispecchia anche in certi quadri, è l’armonia delle forme.
Buon week end Sergio
Hai mai letto Your brain on Music di Daniel levitin?
Uno dei migliori libri sulla musica, su come la percepiamo, viviamo, suoniamo e cantiamo in un testo bellissimo da leggere, scritto egregiamente, divertente e denso.
Illuminante.
Mi sono incantata a guardare questo spartito e mi è tornata la voglia di suonare, anzi…di giocare.
Non c’è nulla di più coinvolgente del lasciarsi andare mentre si suona o si canta, è un viaggio breve, ma intenso, di quelli che vorresti ripetere all’infinito.
D’altronde basta vedere le espressioni dei musicisti quando si esibiscono: si divertono e invitano chi li ascolta a seguirli.
Ricordo ancora come un incubo l’insegnante di musica di mia figlia: serioso e tecnico all’ennesima potenza. E la gioia della mia pupa quando ho deciso di cambiarle corso. 🙂
Qui le parole hanno un suono, giocandoci diventano melodia!
Vero, verissimo..pure in francese ” Jouer” significa entrambe le cose .
Se penso alla mia prof di musica delle medie, la voglia di giocare mi passa. Eppure avrei avuto TANTO desiderio di imparare a conoscere la musica. Non parliamo poi di imparare a far parlare uno strumento. Tutti gli entusiasmi me li gelò lei.
Ed incideva pure dischi didattici…..:(
è un post molto bello! – l’immagine
te la ” rubo ” e me l’appendo! –
canto da qualche anno in un coro e ci divertiamo da matti e c’è in comune la gioia per la musica – dilettanti appassionati – e fortunati perchè abbiamo un bravissimo direttore ! –
ciao!
tutto è bene quel che suona bene!
e qui avviene.
ciao,
g.
(di foglia)