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Il corpo "deve" essere il tempio dello spirito..quindi avere cura di sè, onora la propria anima.L’incuria o la maniacalità (Il troppo)…crea disordine, e quindi infelicità.Buon Pomeriggio da Carlo.
La frase è di uno dei fondatori del Vajrayana Buddhist e in particolare della pratica Mahamudra . Perciò penso che, semplificando il pensiero buddhista, correggimi se sbaglio, luogo di pellegrinaggio perchè il corpo è una delle tante forme che può assumere l’anima in questa vita,in cui l’anima viaggia e trasmiga, e beatitudine perchè il saggio , distante da ogni passione terrena, da ogni piacere e dolore, che il corpo può dare, prova solo benessere. Per noi, comuni mortali che dire? IL corpo è la forma che ci accompagna dalla nascita alla morte e quindi nel viaggio della vita, mentre luogo di beatitudine…boh non so. Penso invece che a volte in questa forma ci sentiamo vincolati, imprigionati, e vorremmo liberarcene, penso che a volte molti dolori come la malattia, la morte sono legati al corpo, e anche numerosi vizi…ma anche piaceri , sensazioni ed emozioni. Dipende anche da come lo trattiamo . Corpo ed anima (intesa come psiche) sono uniti. L’anima devastata genera un corpo devastato e un corpo devastato rispecchia un anima in pena…uno è lo specchio dell’altra e quindi l’importante è avere cura di tutti e due. ciao, buona serata
…amrare, rispettare noi stessi , accetare il nostro corpo (ci sono persone che hanno anche questo problema) e prendersi ne cura credo sia il primo passo per vivere bene con noi stessi e con gli altri…..Ti auguro una buona giornata.Rosy
bè, Antonella, sono lieto di constatare che anche tu conosci la tradizione Mahamudra…effettivamente il metodo di Tilopa è molto suggestivo: è un non-metodo in cui al centro di tutto vi è lo spiazzamento delle normali categorie mentali per condurre a se stessi…il corpo quindi diventa risorsa privilegiata perchè da esso nascono il PIACERE ed il RILASSAMENTO, i due metodi classici del tantrismo buddhista…non il culto del corpo, attenzione, parlo dell’ascolto attento che si deve fare del corpo: la sua morbidezza, il respiro che non è da noi generato ma ci viene donato, sino anche alle sue tensioni, le sue rigidità…tutto…un processo di auto-conoscenza…per scoprire il nesso respiro-mente e quindi comprendere i propri stati emotivi…allora ecco che mi torna al cuore una frase al termine di un seminario di Krishna Das: "l’Himalaya è dentro di te"…lì c’è tutto: dentro di noi…ecco allora che non servono i pellegrinaggi, nè i mantra, nè le posture….tutto si semplifica…ti viene chiesto "solamente" di guardarti dentro e trovare il vero sè…il resto è folklore…
Corpo ed Anima sono indissolubili..Anche dopo la morte l’Anima rimane legata alla figura che era il tuo corpo.Tutto il resto è folklore.Buon fine settimana da Carlo.
non conosco la tradizione Mahamudra…ho letto qualcosa solo perchè ho cercato notizie di Sarahpada , ma tutte in inglese , perciò per capire bene mi ci voleva del tempo…grazie per averci informato su questa tradizione , molto affascinante !Le tue parole finali mi fanno venire a mente sia le parole di Hesse che ho postato nel mio blog : tutto è dentro di noi…sia alcune parole che sono nel Daodejing (libro del Tao) Senza uscire dalla portaconosce tutto quel che c’è da conosceresenza guardare dalla finestravede le vie del cieloperchè più lontano si va.meno si capisce.il Saggio arriva senza partire vede senza guardarefa senza fare.ciao, sereno week endun abbraccio
beh è meraviglioso….certo non è facile..sembra una passeggiata,un "pellegrinaggio" al tuo interno,ma ci vuole un sacco di concentrazione,di fede anche….svuotare la mente,sentire il battito del proprio cuore,un tutt’uno di mente e corpo,il tuo respiro che t’avvolge….è un cammino lungo,di conoscenza profonda di sè,meraviglioso(mi ripeto)..Un abbraccioJackY
"A più riprese, in tutti i paesi gli uomini hanno cercato di copiare e riflettere in atteggiamenti esteriori o ritualistici l’originale esperienza religiosa dei loro grandi maestri -cristo, Budda o altri- e si sono pertanto pietrificati. seguire le orme di un grande maestro spirituale non significa copiare e ricalcare lo schema del processo di individuazione (del sè) attuatosi nella sua vita. Significa solo che si deve, con sincerità e devozione pari alla sua, vivere la nostra vita." Carl Gustav Jung.
bè, sì, psicomachia, un ripresentare gesti/atti/posture a signifacare altro…la magia del simbolismo e la connessione corpo-mente…non per altro Jung ha dato molto peso agli ARCHETIPI di matrice induista…da approfondire, bello…